Quanto devo versare al mese per avere una pensione integrativa

Quanto devo versare al mese per avere una pensione integrativa

Se sei arrivato al punto di chiederti “quanto devo versare al mese per avere una pensione integrativa”, probabilmente ti sarai reso conto che con un assegno previdenziale sociale erogato dall’INPS italiana o dalla cassa previdenziale in cui hai accesso, la vita in futuro, sarà invivibile o quasi.

D’altronde, è inutile negare che il sistema pensionistico italiano sia in deficit, e salvo delle manovre che possano salvarlo, in futuro è destinato “a fallire”. Anche se oggi ti sembra una decisione troppo distante, sappi che è una delle considerazioni più importanti che devi fare in questo esatto momento della tua vita (specialmente se hai meno di trent’anni).

Quanto devo versare al mese per avere una pensione integrativa? Facciamo dei conti

Per determinare la risposta alla tua domanda “Quanto devo versare al mese per avere una pensione integrativa”, devi partire innanzitutto dalle tue esigenze e soprattutto possibilità. Infatti, una volta stimato il budget mensile da poter mettere da parte, potrai avere un’idea accurata sul ritorno dell’investimento.

Per aderire alla pensione complementare non esiste una cifra specifica e obbligatoria da versare mensilmente o annualmente. Piuttosto, dovrai pensare a degli elementi molto importanti:

  1. Quanto puoi mettere da parte oggi, per riuscire a far fronte alle spese di vita?
  2. Qual è il gap da colmare quando arriverai in pensione?
  3. Raggiunta l’età minima pensionabile, quando vorrai ricevere la tua rendita vitalizia?

Una volta che ti sarai dato una risposta a queste domande, ti converrà andare alla ricerca delle piattaforme che si occupano della famosa “pensione complementare”. Alcune di esse, ti daranno l’opportunità di eseguire delle simulazioni reali, basandosi sulle prospettive future.

Pensa piuttosto ad uno scenario simile: hai trent’anni, hai versato pochi contributi previdenziali, ma per fortuna riesci a mettere da parte anche 250€ / 300al mese grazie ai risparmi maturati in un conto deposito.

Questo è il tipico esempio in cui ti inviteremmo a valutare già da subito, il miglior ente che possa garantirti il rendimento più alto per la tua futura pensione integrativa.

Entrando più nello specifico, dato che ogni pensione complementare è diversa dall’altra (le pensioni integrative si differenziano per tipologia e grado di rischio), anche i rendimenti sono proporzionati alla tipologia di pensione complementare a cui farai riferimento.

Immaginiamo che tu abbia scelto il tuo fondo pensione e non sai quanto versare al mese. La prima considerazione utile si basa sulla percentuale di rendimento medio. Ad esempio, se optassi per una previdenza complementare “garantita”, il rendimento annuale si attesterebbe all’1% circa.

Ma per fondo azionario, la percentuale si alzerebbe tra il 4% il 6%. Sicuramente, su una linea azionaria, investendo fino a 65 anni (partendo ad esempio da trenta), e capitalizzando 305€ al mese, potresti ritrovarti all’età indicata, a godere di una rendita vitalizia di 500al mese.

Pensione integrativa a 50 anni: conviene per davvero?

Sicuramente valutare la pensione integrativa a 50 anni conviene a patto che tu sia consapevole di alcune situazioni imprescindibili. Come in ogni condizione di vita, anche gli investimenti richiedono una attenzione particolare sulle varie proporzioni.

Se un 50enne iniziasse a versare soldi in una pensione privata, il capitale per poter godere di una rendita vitalizia accettabile dovrebbe essere molto più alto rispetto a quello che dovrebbe investire un 30enne.

Per chi avesse 50 anni, l’ideale sarebbe investire tra gli 800€e i 1.000al mese, ma dato che si tratta di una cifra considerevole e per molti anche proibitiva, il nostro consiglio è quello di contattare un esperto in finanza che possa pianificare con attenzione la tua situazione economica.

Integrare una pensione privata conviene realmente a qualsiasi età, purché ce ne siano le reali possibilità e si riduca il rischio di indebitamento.

Sicuramente oggigiorno è praticamente difficile, se non impossibile affidarsi al sistema pensionistico italiano, che oltre ad essere gravemente in deficit, rischia di poter garantire sempre meno soldi ai futuri pensionati.


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